Zorzi M, Stocco C, Baracco S, Chinellato E, Zamberlan S, Monetti D, Rosano A, Greco A, Bovo E, Rugge M.

XXIII Riunione scientifica AIRTUM 2019

Trapani, 27-29 marzo 2019


Abstract

INTRODUZIONE
I programmi di screening del tumore del colon-retto (CCR) che utilizzano il test per la ricerca del sangue occulto fecale (SOF) sono efficaci nella riduzione della mortalità causa specifica.
Sussistono però incertezze sulla efficacia del SOF, in particolare per la sensibilità non ottimale per carcinoma e adenoma avanzato. Tuttavia la sensibilità del SOF deriva dall’effetto cumulativo su più episodi di screening ripetuti. Abbiamo valutato l’interazione tra round di screening e sensibilità del SOF tramite la rilevazione dei cancri intervallo (CI). 


METODI
Abbiamo rilevato l’insorgenza di CI in una coorte di soggetti 50-69enni che hanno aderito fino a cinque round di screening dal 2002 al 2015 presso cinque programmi di screening del Veneto. 
I CI sono stati identificati tramite le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) con codice di dimissione associato a tumore colorettale. Per confermare i CI sono stati consultati archivi di anatomia patologica e cartelle cliniche. La sensibilità è stata
calcolata con i due principali metodi descritti in letteratura: il metodo dell’incidenza proporzionale, che confronta l’incidenza osservata di CI con quella attesa di CCR nella coorte degli screenati negativi qualora non si fossero sottoposti a screening;
il metodo proporzionale, che confronta il numero di tumori screen detected sul totale dei tumori diagnosticati nella coorte degli screenati (tumori screen detected + CI). Abbiamo infine calcolato il tasso di incidenza di CI, complessivamente e per round.


RISULTATI
Lo studio include 123,347 soggetti, che dal 2002 al 2015 hanno eseguito 441,647 test di screening. Sono stati diagnosticati 781 tumori allo screening e 179 CI, di cui 150 dopo SOF negativo (84%) e 29 dopo SOF positivo e colonscopia negativa. Secondo il metodo dell’incidenza proporzionale, rispetto ai 1,150 tumori attesi nell’intervallo (in assenza di screening), l’incidenza proporzionale dei CI è del 13.1%, con una sensibilità dell’86.9% (95%CI 84.7-89.0).La sensibilità è minima al primo round (81.5%; 95%CI 75.6-86.2) ed aumenta fino al 91.9% (95%CI 83.9-96.5) al sesto round, con un andamento statisticamente significativo (test per trend p = 0.021).
Secondo il metodo proporzionale la sensibilità complessiva è dell’83.9% (95%CI 81.1-86.3), maggiore al primo round (89.0%; 95%CI 85.5-91.6) e compresa fra 73% e 83.1% ai round successivi (test per trend p <0.0001).
Il tasso di incidenza di CI totale è stato di 1.87 x 10,000 anni persona (95%CI 1.60-2.20), più elevato al primo round (2.23 x 10,000) e con valori inferiori a 2 x 10,000 nei round successivi. Nel complesso, il numero di SOF negativi per diagnosticare un CI nei due anni successivi è stato di circa 2,700. Il tasso di incidenza di CI può essere utile nell’allestimento di materiali informativi sullo screening, che dovrebbero descrivere e quantificare anche gli effetti negativi dello screening, tra cui i falsi negativi. Analizzando in dettaglio la casistica oggetto di questo studio, sono stati quantificati i principali esiti attesi in una popolazione di 10,000 soggetti che aderiscono allo screening (1). La Figura 2 li riporta in forma grafica.


CONCLUSIONI
La sensibilità dello screening SOF in Veneto si pone tra l’84 e l’87%, in linea con gli standard del Gruppo Italiano Screening ColoRettale (GISCoR). L’analisi per round ha tuttavia evidenziato bias intrinseci in entrambi i metodi comunemente utilizzati per la stima della sensibilità, che producono andamenti divergenti con i round di screening. Per superare tali limiti abbiamo calcolato il tasso di incidenza di CI, spostando il focus dalla valutazione della sensibilità del SOF a quella del rischio di CI dopo SOF negativo. E’ oggetto di discussione se il valore osservato (inferiore a 2 casi per 10,000 anni-persona, corrispondente a un CI ogni 2,700 SOF negativi) sia accettabile dalla popolazione screenata.