Zorzi M., IMPATTO COLONRETTO working group
XIX Riunione scientifica annuale AIRTUM
Catania, 13-15 aprile 2015
Abstract
OBIETTIVI
L’impatto dei programmi di screening colorettale si evidenzia solo a diversi anni di distanza dall’attivazione dei programmi. Abbiamo confrontato le caratteristiche dei tumori del colon retto (CRC) distinti per modalità diagnostica (screen-detected (SD), non-screen-detected (NSD)) come outcome precoce dell’impatto di programmi di screening.
METODI
23 Registri Tumori (RT) hanno fornito dati sui CRC diagnosticati nel periodo 2000-2008. Tramite linkage con gli archivi dei programmi di screening è stata registrata la modalità diagnostica di ciascun caso (SD, NSD). Tramite modelli di regressione logistica sono state confrontate le caratteristiche di differenti sottogruppi di CRC, distinti in base all’area geografica, la presenza di un programma di screening e la modalità diagnostica.
RISULTATI
Lo studio include 23.668 casi di CRC diagnosticati in soggetti 50-69enni, dei quali l’11,9% SD (n=2.806), tutti da regioni del Centro e Nord Italia. Rispetto ai casi diagnosticati prima dell’avvio degli screening, i casi SD erano caratterizzati da una quota maggiore a carico dei maschi (61,7% vs. 58,8%) e del colon distale (50,6% vs. 37,6%).
A parità di numero medio di linfonodi esaminati (16,1 in entrambe le casistiche), il numero di linfonodi positivi dei casi SD era inferiore dei casi pre-screening sia considerando il totale dei CRC (1,0 vs 2,1) che soltanto i CRC in stadio III o IV alla diagnosi (3,4 vs. 4,2). I casi SD mostravano infine una migliore distribuzione per stadio alla diagnosi (odds ratio di stadio III o IV 0,40, IC95% 0,36-0,44) e per grading (odds ratio di grading scarsamente differenziato 0,86, IC95% 0,75-1,00).
CONCLUSIONI
I tumori SD presentano caratteristiche prognostiche migliori rispetto ai casi NSD. I risultati di questo studio confermano la necessità di rinnovare l’impegno perché i programmi di screening vengano estesi su tutto il territorio nazionale.